Non cancellerete Idomeni con le ruspe!
Foto di Antonio Nicolini(Campo militare di Sindos – Salonicco)
In questi giorni siamo in contatto continuo con amiche, amici e tante famiglie che abbiamo conosciuto nel campo di Idomeni.
Ieri abbiamo avuto delle lunghe telefonate con alcuni di loro.
La comunicazione era lenta e intervallata da sospiri, singhiozzi e lacrime.
I nostri amici e le nostre amiche, che oggi sono state sgomberate dal campo di Idomeni, sono state giorni in attesa che la Polizia li portasse via di lì, non hanno scelto di salire sugli autobus spontaneamente come hanno fatto altre persone, ma hanno aspettato di andare via con l’ultimo gruppo che oggi ha lasciato il campo, costretti dalla Polizia Greca.
F. e la sua famiglia, composta da tanti bambini e tante bambine, ha provato a passare il confine per la quarta volta tre giorni fa con dei trafficanti.
La scena si è ripetuta come una settimana fa quando io ero nella tenda con loro e loro si preparavano a partire: zainetti per i bambini con cibo con poche altre cose, borse un poco più grandi per gli adulti. Aspettavamo l’orario preciso in cui il trafficante sarebbe passato a prenderli e assieme avrebbero attreversato il confine Macedone a piedi.
Le donne avevano uno sguardo preoccupato e mi raccontavano come le volte precedenti erano state costrette a camminare per 7-8 ore di notte, sotto la pioggia, in mezzo a ruscelli e boschi..e poi la polizia macedone li ha rispediti indietro.
Questo è accaduto 4 VOLTE!
F. ha tre figli in Germania di cui uno minorenne e non riesce a ricongiugersi con loro, perchè è impossibile richiedere il ricongiugimento familiare con se anche suo figlio con sindrome di down e diversi problemi di salute.
Ieri al telefono mi raccontava che le persone che in questi giorni sono state trasferite presso i Centri Governativi gli hanno detto che questi sono collocati fuori dai centri abitati in vecchi capannoni dismessi dove all’interno ci sono delle tende e in alcuni di questi centri non ci sono ancora neppure i bagni.
Le informazioni tra le persone che sono già in questi centri e le persone che stavano ancora a Idomeni sono passate velocemente e in questo modo è aumentato il senso di tristezza, sconforto e rassegnazione delle persone che stavano aspettando di essere mandate via da Idomeni.
Un frase che mi ha fatto male e alla quale non ho saputo replicare è questa: “We’re scared of going to the camps and would be forgotten for years and not be able to get out“.
“Abbiamo paura di andare nei campi e di essere dimenticati per anni e non poter uscire“
Ad oggi quello che sappiamo è che nei centri governativi dovrebbe iniziare una pre-registrazione delle persone che finirà a fine luglio e solo dopo, quindi ad agosto, le persone potranno accedere alla richiesta di protezione internazionale (vedi informativa UNHCR).
Questo vuol dire che per mesi e mesi le persone saranno costrette a vivere in condizioni disumane e degradanti in spazi non molto diversi dal campo di Idomeni, a differenza che li loro si sentivano liberi/e e avevano creato delle reti sociali che li supportavano in questo periodo di attesa di apertura delle frontiere.
Di questo non si sente parlare o leggere da nessuna parte ma io penso che sia molto importante parlare di ciò che si era creato in questi mesi nel campo, ovvero il senso di condivisione che si era creato tra i vicini di tenda, tra giovani senza famiglia che hanno trovato li amici e amiche, tra famiglie allargate che passavano assieme le lunghe giornate dentro piccole tende.
Le ruspe non hanno cancellato e non cancelleranno il grandioso lavoro fatto da volontari e volontarie da attivisti e attiviste di tutto il mondo che per mesi hanno vissuto lì.. con uomini e donne, con i bambini e le bambine che ripetevano di continuo “my friend…my friend” per chiederti di giocare con loro o solo per starti in braccio.
Ora il campo è vuoto le tende sono state spazzate via dalle ruspe e l’Europa ha risposto in modo chiaro e duro alla domanda che mi veniva fatta di continuo e a cui io non riuscivo a rispondere: “secondo te quando apriranno le frontiere??”
Qui sotto il video che abbiamo fatto quando siamo state li con il #womenlegalteam, vogliamo farvi vedere il campo e quello che era stato creato e quello che volevano creare in collaborazione con le splendide persone di #overthefortress
Non siamo videomaker ma sono i ricordi che ci portiamo dentro e che vogliamo condividerli con voi e con le tante persone che hanno supportato il nostro progetto: