Prato solidale con le donne della Striscia di Gaza
Questa estate durante i bombardamenti sulla striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano che ha causato 1288 morti, 10.895 feriti e 500.000 persone sfollate, le donne in nero di Prato e Le Mafalde hanno manifestato insieme a tante persone per chiedere la fine degli attacchi contro una popolazione completamente chiusa nella più grande prigione a cielo aperto.
In quella occasione abbiamo capito che a Prato c’erano molte persone sensibili alla questione palestinese e domenica 21 dicembre abbiamo voluto fare un incontro per parlare di Palestina in un modo diverso, con video, una mostra fotografica sulla resistenza delle donne in Palestina e testimonianze di chi da anni ha deciso di supportare il popolo palestinese.
La nostra associazione oltre a lavorare da anni sul territorio crede nel valore dell’autodeterminazione dei popoli e nel loro diritto ad esistere, come il popolo palestinese che da 66 anni cerca di resistere alla COLONIZZAZIONE israeliana, mentre il mondo sta a guardare e in alcuni casi a supportare lo Stato israeliano.
Siamo del parere che l’attivismo non debba essere fatto solo in Palestina ma anche sul nostro territorio, portando la nostra testimonianza per far comprende meglio quello che succede in quella terra, da troppi anni privata di libertà e giustizia.
Questa è la prima cosa che ci viene chiesta dai/lle palestinesi ogni volta che andiamo: “fate sapere cosa succede qui, come veniamo trattati e fate conoscere nel vostro paese il sistema di apartheid, la violenza e l’ingiustizia che dobbiamo subire a causa dell’occupazione militare israeliana”.
Domenica ne abbiamo parlato all’AUT e siamo rimaste soddisfatte della partecipazione e della generosità dei/delle partecipanti che dopo l’incontro sono rimasti/e alla cena di raccolta fondi, organizzata dalla donne de Le Mafalde, in supporto all’organizzazione di donne di Gaza PWWSD (Palestinian Working Women’s Society for Development).
Il PWWSD ha lanciato una campagna di raccolta fondi per comprare dei kit igienici per le persone rimaste senza casa che vivono in situazioni igienico sanitarie precarie all’interno di scuole e alloggi temporanei.
Dopo i bombardamenti di questa estate abitazioni, ospedali, sistema fognario, attività economiche, ecc. nella striscia di Gaza sono completamente distrutte, e contrariamente agli accordi, sia l’Egitto che Israele non fanno entrare il materiale per la ricostruzione. L’Egitto ha chiuso il valico di Rafah da mesi, unica via uscita della gente di Gaza, e stanno minacciando di non aprirlo per altri 4 mesi.
I kit igienici sono un piccolo aiuto per la popolazione ma questo non può bastare, noi tutte/i dobbiamo fare pressioni sui nostri governi per chiedere la fine dell’assedio su Gaza, la fine dell’occupazione militare in Palestina e la fine degli accordi militari ed economici con Israele.
Come dice un famoso giornalista israeliano Gideon Levy,arrestato tra l’altro ieri dall’esercito israeliano: “non potrà mai esserci un accordo tra Israele e Palestina, senza un aiuto internazionale e per risolvere il conflitto tra questi due popoli occorre che il mio governo (quello israeliano) venga PUNITO per quello che sta facendo da 66 anni al popolo palestinese. Solo in questo modo qualcosa potrà cambiare”.
Gli abitanti di Prato si sono dimostrati sensibili alla Palestina e lo hanno dimostrato con la loro partecipazione e solidarietà e siamo del parere che anche con la partecipazione di Left Lab sia possibile lavorare assieme su questi temi e sul valore della resistenza e sul diritto ad esistere e vivere in maniera dignitosa non solo in Italia ma anche in terre da noi lontane come la Palestina.
Grazie ancora a chi ha partecipato domenica e un ringraziamento speciale a Giulia e Diego che credono nel valore della resistenza e che “i diritti umani” non sono solo una parola vuota.
Maya de Le Mafalde di Prato