Saluto a Gaza
Io in mezzo a loro mi sento privilegiata non solo perché posso uscire di qui quando voglio, ma anche per altre ragioni ne elenco alcune:
– energia elettrica: a Gaza l’elettricità c’è solo 7 ore al giorno e solo le persone che si possono permettere un generatore e la benzina possono avere la corrente per più ore
– acqua: a Gaza l’acqua corrente è in molte zone salata e per cucinare o per lavarsi i denti occorre comprare le bottiglie di acqua minerale. Mentre il altre zone l’acqua corrente manca proprio e la gente porta a casa con le bottiglie di plastica l’acqua di mare
– occupazione militare: la mattina spesso venivo svegliata dagli aerei “da guerra” F16 o da Droni (aerei israeliani telecomandati) che volano a bassa quota per incutere un po’ di terrore alla popolazione.
– povertà: mi è capitato di entrare in piccoli negozi di alimentari e la cosa che mi ha colpito sono gli scafali mezzi vuoti e con prodotti scaduti, perché è Israele che decide il tipo di prodotti e quante merci fare entrare, per l’esattezza 2.279 calorie al giorno. Tanto, secondo i calcoli di Israele, poteva ricevere una persona nella Striscia di Gaza per evitare la malnutrizione. I numeri sono stati rivelati dallo studio “Consumo alimentare nella Striscia di Gaza – le linee rosse”, presentato nel 2008 dal Ministero della Difesa e rimasto segreto fino a qualche settimana fa, quando la Corte Suprema israeliana ha dato ragione alla petizione dell’associazione israeliana per i diritti umani Gisha e ha obbligato il ministero a pubblicarlo. Per fortuna che si sono i tunnel sotterranei che fanno entrare varie merci, tra cui alimenti clandestinamente.
– mare: Gaza è una città bella con un bel mare e tante piccole barche di pescatori ma all’orizzonte si vedono in lontananza le imbarcazioni israeliane che impongono ai pescatori palestinesi un blocco navale dentro le 3 miglia, per gli accordi internazionali dovrebbero essere 20 miglia. I pescatori vengono spesso sparati dai militari israeliani se superano questo blocco.
– isolamento: la gente per strada quando mi vede è realmente sorpresa di vedere una donna occidentale che va in giro da sola. La gente qui non è abituata a vedere persone diverse da loro, spesso le persone che lavorano presso ONG non hanno tanti contatti con la gente del posto, tranne alcune eccezioni.
Questo è un altro mondo…
Questa città mi affascina e mi fa paura…queste persone sono schive e incredibilmente ospitali…Gaza è una città piena di contraddizioni.. L’umorismo di queste persone è sorprendente..la loro voglia di andare avanti è per me un esempio.
Non si vedono macerie in giro, anche se sono continui i bombardamenti mirati, di resistenti palestinesi, da parte degli israeliani. Le macerie vengono rimosse con cura dalla gente (e spesso lo fanno con carretti trainati da asini e cavalli) ma non mancano edifici con pareti bucherellate o con crateri alle pareti causati dai bombardamenti israeliani.
Penso a questi segni sugli edifici e penso anche quanto le persone sono state segnate da questa “continua guerra”…come una volta Hussein ha risposto alla mia domanda su un edificio bombardato…”ma questo è successo con la guerra?” intendevo con Piombo Fuso…e lui mi ha risposto: “a quale delle tante guerre ti riferisci? Qui la guerra non è mai finita”.
In questi giorni ero sorpresa nel vedere come le persone continuavano a lavorare mentre poco più in là era in corso uno scontro armato, gli f16 che bombardavano e la resistenza palestinese rispondeva con i razzi. Spero che questa gente non si arrenda…anche se li ho trovati stanchi e consumati dall’embargo, dall’occupazione e dalla chiusura imposta da Israele.
Mi mancheranno le passeggiate al mare con gli sguardi curiosi delle persone, mi mancheranno le persone conosciute qui e mi fa male l’idea di non avere la possibilità di venire a trovarle quando voglio. Samira dopo una buonissima cena preparata da lei..mi chiede “Maya ma quando ritorni?”…mi sono commossa e le ho spiegato che anche per me non è tanto facile entrare…e vedevo nei loro occhi un velo di tristezza..ci saremo riviste? Le ho salutate piangendo…e loro hanno perso in quel momento il loro sorriso..Habibti Alan..Alan..sei la benvenuta…sei la benvenuta Come fanno a resistere mi domando? Il suono del mare e di un F16 mi da la buona notte…a presto Gaza inshallah…spero la prossima volta di essere più pronta e meno intimorita e ansiosa…a presto Gaza…bella città piena di fascino e storia..le barche dei pescatori illuminano il mare…e più in li in agguato c’è chi ricorda loro chi comanda, chi occupa militarmente anche il mare.
A presto Gaza
Maya