This is my land, Hebron
Trama:
Hebron è un luogo conteso, dominato dall’odio e dalla violenza. Nel 1968, dopo la Guerra dei Sei Giorni e la schiacciante vittora militare di Israele, un gruppo di 30 coloni israeliani decise di trasfersi nella città per riprendere possesso di questa che ritengono una parte importante della Terra Promessa. Considerata una città santa da ebrei, cristiani e mussulmani perchè qui è sepolto Abramo, Hebron è l’unica città dei Territori Occupati ad avere una colonia israeliana nel cuore di una città palestinese. 600 coloni vivono protetti da 2000 soldati nel centro storico di una città di 160.000 palestinesi. Ad Hebron il conflitto ha preso la forma di una guerra tra vicini di casa dove l’obbiettivo è conquistare ogni giorno un metro in più di città, tenere il nemico sotto controllo o semplicemente resistere. Sputi, calci, aggressioni, insulti fanno parte della vita quotidiana. Le donne, i bambini e l’esercito partecipano a questa guerra tra vicini. Adottando uno schema narrativo che oppone frontalmente dichiarazioni provenienti da un campo e dall’altro i due registi sono riusciti di fatto a filmare la coscienza lacerata di un intero paese. Tra i protagonisti del film figura Yehuda Shaul, ex militare israeliano, fondatore dell’associazione Breaking the Silence. A fargli da contraltare nel film figura David Wilder, portavoce dei coloni che afferma: “non considero Yehuda Shaul un militare. Yehuda Shaul in qualsiasi paese normale verrebbe processato per tradimento e impiccato. Sfortunatamente Israele non ha ancora raggiunto questo livello di giustizia”. Recensione: I due registi sono riusciti a realizzare un film che senza puntare all’enfasi o alla complicità ideologica possiede il merito indiscutibile di offrire alla riflessione una situazione che torna a occupare le pagine dei quotidiani solo in occasione di tragedie o recrudescenze del conflitto. Attraverso uno stile sobrio e preciso nel mettere in scena una violenza devastante, Amati e Natanson offrono un contributo forte e chiaro alla causa della pace.