#womenlegalteam 1 giorno in Idomeni
Stamane siamo arrivate nel campo di Idomeni che sta a pochi metri al confine con la Macedonia, fa effetto a vedere a poca distanza dal campo le insegne dei casino e della movida Macedone. 10 mila persone sono bloccate da due mesi in mezzo ai campi circondati dalla polizia greca. La cosa che ci ha più colpito è come ognuna famiglia abbia creato attorno alla loro tenda un micro habitat, pulito e ordinato chi ha più possibilità economiche è riuscito a creare un ambiente più accogliente di altri. Quasi davanti a ogni tenda ci sono dei fuochi che servono per cucinare e la sera per scaldare la famiglia, il fuoco è fatto con tutto ciò che si recupera e un odore acre avvolge il campo. I bambini e le bambine ci corrono incontro, sono molto affettusi/e e vogliono giocare con noi, sono loro che rallegrano la vita del campo con i loro sorrisi e la loro spensieratezza. Una volta arrivate alla Info Tenda veniamo accolte dall’attivista di #overthefortresse e dalle ragazze e ragazzi internazionali che da mesi seguono le pratiche delle persone all’interno del campo.
L’accoglienza è calorosa e tutti/e sono contenti/e del nostro arrivo compreso varie persone che vengono a sapere che un gruppo di avvocate è arrivato nella Info tenda. Le avvocate vengono circondate da persone che con documenti in mano chiedono aiuto. I casi sono diversi ma il punto di unione tra di loro è la difficoltà materiale a presentare domande di qualsiasi tipo che concernono i diritti fondamentali es. richiesta asilo politico, ricongiungimento familiare con parenti che hanno asilo politico in altri stati, impossibilità a contattare i locali uffici competenti all’accoglimento delle domande, casi di minori non accompagnati che non sono accolti in nessuna struttura preposta.
Cerchiamo di capire come sono stati gestiti questi casi finora passando da una riunione all’altra ed emerge chiaramente come alle persone che vivono nel campo vengono negati dei diritti fondamentali. Incontriamo nella Info Tenda un gruppo di donne avvocate bulgare che girano i diversi campi per capire la situazione e ci raccontano come in Bulgaria tutti gli spazi per i migranti sono vuoti dopo la chiusura delle frontiere. Dopo le varie riunioni si è deciso di dividerci in gruppi, le avvocate si occuperanno di raccogliere i vari casi e le altre di andare in giro nelle singole tende per fornire maggiori informazioni sui loro diritti e dare loro delle brevi schede informative in lingua. Le persone sono un po’ disilluse dopo gli innumerevoli e fallimentari tentativi di contattare tramite SKYPE gli uffici asilo greci per presentare le domande di asilo, ricollocamento e ricongiungimento familiare, unici modi per potar andare via di là. Ci spiegano che non hanno i soldi per andare via di là e stanno aspettando che le frontiere vengano aperte, molti prendono contatti con dei trafficanti che gli promettono di far passare loro la frontiera clandestinamente. La notte scende nel campo e i fuochi davanti alle tende sono la uniche luci nella vallata piena di persone di paesi diversi e con storie diverse ma unite da un unico destino, rimanere bloccate in una terra di confine con un misto di delusione, rabbia…ma con la speranza che l’Europa apra un giorno le frontiere.